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Il 10 ottobre dell’anno scorso, Papa Francesco ha aperto il Sinodo che si realizzerà nell’arco di due anni, culminando nell’ottobre 2023. La novità sta proprio nel fatto che si tratta di un itinerario che si sviluppa secondo fasi successive, così sintetizzato dal Papa: “Il Sinodo deve cominciare dal basso verso l’alto, nelle piccole comunità, nelle piccole parrocchie. Questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà di far parlare la gente, ma da lì arriverà la saggezza del popolo di Dio”. L’invito all’incontro e all’ascolto è stato ripetuto più volte.

Nell’omelia di apertura il Papa raccomandava un ascolto col cuore: “succede che l’altro si sente accolto, non giudicato, libero di narrare il proprio vissuto e il proprio percorso spirituale. E anche in ascolto del mondo, delle sfide e dei cambiamenti che ci mette davanti” e continua “Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio. La Parola ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una convention ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, perché non sia un parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito. In questi giorni Gesù ci chiama a svuotarci, a liberarci d1 i ciò che è mondano, e anche delle nostre chiusure e dei nostri modelli pastorali ripetitivi; a interrogarci su cosa ci vuole dire Dio in questo tempo e verso quale direzione vuole condurci. Cari fratelli e sorelle, buon cammino insieme! Che possiamo essere pellegrini innamorati del Vangelo, aperti alle sorprese dello Spirito Santo. Non perdiamo le occasioni di grazia dell’incontro, dell’ascolto reciproco, del discernimento. Con la gioia di sapere che, mentre cerchiamo il Signore, è Lui per primo a venirci incontro con il suo amore.”

Il percorso per la celebrazione del Sinodo si articola su tre fasi. Una prima fase diocesana, che prevede la consultazione del popolo, è già avvenuta nel corso di novembre e dicembre 2021. Zone pastorali, parrocchie, associazioni, commissioni, enti e realtà diocesane si sono chinate sulle 10 questioni sinodali, ossia dei nuclei tematici proposti da Roma, tramite i quali riflettere sulla realtà.

Anche la nostra piccola comunità parrocchiale ha ricevuto questo documento, strumento di lavoro, a disposizione di tutti i fedeli che ne avessero fatto richiesta al parroco. In quanto rappresentante della parrocchia nella nostra la zona pastorale, ho raccolto alcuni pensieri e ho steso un documento, in seguito approvato dal parroco.

Iniziavo così: “Siamo onorati, poiché piccola comunità parrocchiale, di poterci esprimere nell’ambito dell’attuale Sinodo. Abbiamo accolto l’invito a riflettere sulle tematiche che più ci coinvolgono. Abbiamo scelto di rispondere in modo particolarmente esperienziale sulle prime cinque questioni. Le riflessioni riportate sono frutto di un’osservazione della nostra realtà parrocchiale, delle riflessioni scritte da due mamme e dell’ascolto dei pensieri di alcuni parrocchiani, che non avendo potuto esprimersi per iscritto, hanno gradito di condividere oralmente esperienze e opinioni. Speriamo che quanto offriamo, benché semplice e quasi colloquiale, possa contribuire in modo costruttivo ai lavori sinodali. Le cinque risposte elaborate nelle tematiche compagni di viaggio, ascoltare, prendere parola, celebrare, missione ha pennellato il ritratto di una comunità salda e vivace, animata da persone volonterose, costituita da più gruppi propositivi, con una buona collaborazione tra consiglio parrocchiale, sacerdote e fedeli. Ma ha anche mostrato il volto di una comunità in mutamento, in cui si stanno inserendo famiglie giovani con esperienze, risorse e bisogni differenti, che vanno accolte con gioia e coinvolte, facendole parte di una Chiesa in cammino. Da qui nasce il desiderio e l’esigenza di conoscersi e discernere come procedere insieme: persone di età e provenienze differenti, che possono condividere il proprio vissuto e crescere in umanità e spiritualità, unite in Cristo.”

Il testo redatto è stato inviato al Vicario foraneo don Gianpietro Ministrini, il quale ha apprezzato molto il lavoro svolto e ci ha ringraziati. I numerosi scritti provenienti dalle numerose realtà diocesane sono stati inoltrati al coordinatore nominato dal Vescovo, per la diocesi di Lugano è stato scelto don Sergio Carrettoni, coadiuvato da un’apposita équipe pure designata dal Vescovo. A chi fosse interessato a scoprire cosa si muove a livello diocesano, consiglio di consultare il sito catt.ch. Regolarmente appaiono articoli e riflessioni sulle varie esperienze legate al Sinodo nelle diverse associazioni e parrocchie, nonché commenti precisi sulle tematiche sinodali da parte di membri dell’équipe, laici e religiosi. Il coordinatore e l’équipe sono ora al lavoro per sintetizzare il tutto, che passerà poi ai Vescovi della Conferenza episcopale, che procederanno a loro volta a redigere un testo-sintesi di quanto elaborato nelle singole diocesi.

Da qui parte la seconda fase, quella continentale, finalizzata a dialogare ad un livello più ampio ancora. Le assemblee episcopali continentali redigono un documento sulla base di quanto ricevuto dalle singole Conferenze nazionali, trasmettendolo alla segreteria del Sinodo entro marzo 2023. Nell’ottobre 2023 vedremo il culmine di tutta questa opera nella fase universale con i vescovi riuniti nella XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo a Roma.

Cosa emergerà? Non sappiamo, o perlomeno è una domanda così ampia e allo stesso tempo profonda, che non trova risposta fra le poche righe di un bollettino parrocchiale. È come la parabola sul regno di Dio che è come un seme che il contadino semina e neppure lui sa come, ma esso germoglia e dà frutto, un po’, tanto o tantissimo… A noi, piccola Chiesa locale, cosa resta di fare? Senz’altro pregare per la Chiesa universale perché sia bella, docile allo Spirito, santa, giovane Sposa di Cristo. Che questo processo sinodale sia portato avanti da persone sagge, appassionate a Gesù, e sia tutto nelle mani di Dio, affinché possa plasmare la Chiesa e rinnovarla come Lui vuole.