Don Carlo Rossini 1907 - 1980

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“Un sacerdote-poeta che amava la sua terra”

In questa estate così particolare ricorre il 40mo della morte di don Carlo Rossini avvenuta a Lourdes il 27 agosto 1980, e qui lo ricordiamo come parroco ma meglio come poeta; la poesia era la sua passione.

Don Carlo poeta/scrittore fu voce poetica e profonda, non soltanto per aver pubblicato ben 4 raccolte di poesie ma per aver trattato una notevole varietà di temi, lasciandoci oltre un centinaio di poesie. Numerose furono le sue pubblicazioni letterarie da: “Armonie della terra” (Bellinzona IET 1940), “Valle del cielo” (Bellinzona SA Grassi 1944), “Paese del mio sangue” (Bellinzona Tip. Grassi 1948) e “Viale delle rose” (Mendrisio Tipo Print 1969).

Dopo gli studi ginnasiali, liceali e quelli in teologia fu ordinato sacerdote nel 1933 da mons. Aurelio Bacciarini. In quello stesso anno venne nominato parroco di Linescio e incarico per la parrocchia di Cerentino. Dopo 11 anni di permanenza in Valle Maggia, nel 1944 gli venne affidata la cura pastorale di Certara fino al 1958 indi Salorino anno in cui prese possesso della nostra parrocchia fino alla sua morte avvenuta a Lourdes il 27 agosto 1980.

Pur se trascorsi tanti anni dalla pubblicazione queste poesie di don Carlo sono ancora fresche, come nate ieri, profumate dal suo mondo agreste ma con gli occhi rivolti all’immensità del cielo.

Qui lo vogliamo ricordare tracciando un profilo umano, cristiano e poetico con alcuni significativi versi tratti da sue liriche e poesie.

La sua vene poetica vorrebbe aprire le finestre ai suoi canti, ma la sua umiltà le vorrebbe chiuse, infatti scrive, tratta dalla lirica Sogno mattutino (dalla raccolta “Valle del cielo”)

Ecco che canto: ma perchè nessuno mi oda, leggera è la voce, si come filo di vento che guida una danza di tremule parvenze, strappo un fiore che pende dal muro di un giardino, indeciso e muto lo guardo nel sogno mattutino.

Il suo pensiero rivolto alla casa natia al villaggio dei suoi avi (da Valle del cielo):

Casa nativa

Addio, casa nativa al dolce colle armoniosa Casa, dove l’infanzia fu un gioco e sfiori’ Petali azzurri e corolle di sogno e grazia… addio! Una segreta ansia, un accorata fonte Di pianto indugia qui nel mio cuore dolente, Come sotto la cenere un fuoco che rimane, Per te, casa lontana.

Terminiamo con la lirica “Rosa mistica” certi che la Madonna che lui tanto amava ha ascoltato la sua voce delicata di sacerdote e poeta: e l’ha accolto tra le sue braccia dopo oltre 30 pellegrinaggi a Lourdes . (da “Valle del cielo”)

Rosa Mistica

Una Rosa divina in un Mistero fiorì nell’alba gaudiosa D’un giorno di salute e di riscatto. Fiorì nel cielo, nel cuore immenso dell’Eterna vita; Fiorì in cielo, si aperse in terra, armoniosa Fattura Nel mistico giardino dell’Inconsumato Amore! Chi sa dirmi il Nome? Il Nome qual’era? Il Nome di questa Rosa, il Nome di questo fiore d’una celeste primavera! Nel giardino d’Iddio spuntò il seme si aperse la corolla, Una Rosa nello splendor d’un Giglio. O Madre mia, in quel giardino, nel tuo giardino trovami un seggio, ROSA MISTICA DEL DIVIN MISTERO!

Nel ricordarlo assieme a voi, ho la speranza che molta gente che l’ha conosciuto riprenda in mano i suoi libri per riascoltare la sua voce.

Con questo gesto lo si rivedrà nell’aureola di quella calorosa simpatia che don Carlo sapeva trasmettere a tutti coloro che l’hanno conosciuto, amato e apprezzato.

Un amico

  • Luigi Del Bosco