25 Settembre: San Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera
Nacque a Flüeli, parrocchia di Sachseln, il 21 marzo del 1417 e morì al Ranft il 21 marzo del 1487. Sposò Dorotea Wiss, di Schwendi, dalla quale ebbe dieci figli.
Ricoprì cariche pubbliche nel suo Comune e nel suo Cantone di Unterwalden. Fu giudice, consigliere, deputato alla Dieta federale, e partecipò come soldato e come ufficiale a spedizioni belliche.
Con il consenso della moglie, lasciò la famiglia per ritirarsi a vita eremitica nella gola del Ranft, dove visse nella meditazione e nelle più aspre penitenze.
Intervenne alla Dieta di Stans del 22 dicembre 1481, in un momento molto difficile per la Confederazione. Si trattava infatti di ricomporre la divisione tra Cantoni di città e Cantoni di campagna per l’ammissione di Friborgo e Soletta nella Confederazione e di superare le discordie per la ripartizione del bottino di guerra, conseguente alla vittoriosa campagna di Borgogna contro Carlo il Temerario. L’intervento del santo eremita favorì la riconciliazione, scongiurando la grave minaccia di una guerra civile.
Venne canonizzato il 15 maggio 1947.
Tre domande al nostro Patrono
Una persona può abbandonare lavoro, cariche, impegni sociali: ma la famiglia? Certe scelte una volta fatte, sono fatte. Come cambiarle?
Questa perplessità nei miei confronti non è nuova e posso anche capirla. La mia scelta è stata un mistero, come un dono. Ogni chiamata è così. E’ inutile voler interpretare tutto. La mia famiglia conosceva questo mio cammino, che partiva da lontano, e ne coglieva il mistero. Per capirlo devi entrare in un’altra dimensione.
Sei stato battezzato a Kerns e non a Sachseln, perché questa località era senza parroco. Infatti, non accettavate i parroci nominati direttamente ancora dalla Casa d’Austria.
Erano situazioni particolari, legate a precisi momenti storici. Forse eravamo noi a sbagliare, non accettando. Di fronte a discussioni di questo genere, ripetevo questa frase: “Una fontana dona sempre la stessa acqua, pur avendo tubi di rame, di piombo, d’argento o di oro”.
La tua giornata era più preghiera, silenzio o meditazione?
Non c’è preghiera senza silenzio e non c’è meditazione senza preghiera. Dicevo che “si va alla preghiera come alla danza o al combattimento”. Gioia e insieme impegno, forte, per un incontro.