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“Santo potresti divenire anche tu. Bisogna volerlo con tutto il cuore, e se non lo desideri ancora devi chiederlo con insistenza al Signore”.

Sugli altari a 15 anni!? Il 10 ottobre 2020 questo ragazzo viene proclamato beato dalla Chiesa ad Assisi. Nato in Inghilterra il 3 maggio nel 1991, vissuto a Milano nella sua benestante famiglia Salzano, frequenta le scuole fino al liceo con impegno e grande amicizia nei confronti dei compagni, specie i più fragili e bisognosi d’aiuto. Bambino vivace e allegro, fin dalla tenera età manifesta un interesse profondo alla fede, tanto da desiderare di ricevere la Prima Comunione già a sette anni. Da quel momento vi si accosterà ogni giorno.

Definisce infatti l’Eucarestia come la sua “autostrada verso il Cielo”.

È ormai famoso il suo motto: “Se dopo tanto tempo sotto il sole ci si abbronza… stando davanti all’Eucarestia si diventa santi!”.

Per questo stava quotidianamente qualche momento in preghiera davanti al Santissimo, da cui attingeva forza, libertà e amore per condurre una vita intensa.

Convinto che “la tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”, si spende in vari ambiti: come catechista in parrocchia; come informatico per realizzare siti web al fine di diffondere la conoscenza dei santi, di Maria e dei miracoli eucaristici; come compagno amabile, solare e mite per tutti coloro che incontrava; come aiuto ai più poveri, ai quali, insieme ad una parola buona, portava cibo, indumenti e il necessario per ripararsi dal freddo. “Una vita sarà bella solo se si arriverà ad amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi”,

Sosteneva che “tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopia”.

Lui è morto di leucemia fulminante il 12 ottobre 2006, sereno perché persuaso di aver fatto ogni giorno ciò che è gradito a Dio e di aver raggiunto la meta ambita: il Cielo.

Nel 2019 è avvenuto il miracolo che gli ha aperto la strada per la causa di beatificazione. Un bambino brasiliano di 10 anni è guarito completamente da una grave anomalia al pancreas che l’avrebbe portato alla morte, dopo aver pregato per intercessione di Carlo Acutis.

Il corpo del beato Carlo Acutis è stato traslato presso il Santuario della Spoliazione di Assisi. Sarà proclamato santo nel 2025, anno giubilare: Carlo è stato un ragazzo normale, straordinario nell’ordinario. Come il beato Pier Giorgio Frassati riceveva ogni giorno la visita di Gesù nel pane eucaristico e gli restituiva la visita accogliendo e aiutando i poveri.


Di seguito alcuni spezzoni della bella intervista fatta a Maria Elena Gianolli, curatrice della mostra di Carlo Acutis a Mendrisio. Per la versione integrale vi rimandiamo a www.catt.ch.

Come è nata questa iniziativa?

Anni fa, su una balaustra in fondo ad una chiesa meta di pellegrinaggi, avevo preso un prospetto raffigurante la foto di un ragazzo riccio, scuro di capelli, dallo sguardo sereno e profondo allo stesso tempo. Allora poteva avere l’età della mia figlia maggiore e mi stupiva che fosse già stato proclamato dalla Chiesa beato. Nell’ultima pagina c’era la presentazione dell’opera che ha impegnato questo giovanissimo, che ha impiegato innumerevoli ore al computer, ingegnandosi con internet, allora agli albori, per diffondere in tutto il mondo la conoscenza dei miracoli eucaristici. Ricevendo immediatamente una buona accoglienza dal nostro parroco e dall’assistente responsabile della rete san Vitale, don Carlo Scorti e da tutti i preti e laici presenti all’assemblea, mi è stato affidato il compito di interessarmi e portare avanti il progetto.

Un gruppo di amici affiatati e accoglienti è stato coinvolto nell’organizzazione…

Si, lavoriamo con spirito fraterno, cura e amorevolezza, affinché fin dagli inizi la mostra dia frutti di benevolenza, pace, serenità, edificazione interiore, crescita nella fede.

È questa l’esperienza che vorremmo potesse fare ogni visitatore della mostra: trovare un luogo accogliente in cui scoprire -o riscoprire- che nell’Eucarestia Gesù è vivo, è presente, si fa realmente presente, ci aspetta e si dona a ciascuno di noi. Il beato Carlo Acutis l’aveva compreso fin da bambino, desiderando fare la prima comunione prima dell’età prevista e rimanendo fedele sempre alla messa quotidiana, sempre preceduto o seguita da un tempo di adorazione. Definiva infatti l’Eucarestia come la sua «autostrada per il Cielo» ed era convinto che riceverla assiduamente gli permettesse di diventare come Gesù.

«Eucarestia la mia autostrada per il Cielo» diceva il beato Carlo Acutis

Uno dei collaboratori testimonia che è rimasto profondamente commosso da questo aspetto, da come il beato Carlo Acutis abbia intuito precocemente l’importanza del cammino cristiano, si sia impegnato intensamente nella crescita della propria fede e abbia cercato continuamente il Signore, in particolare nell’Eucarestia. Tanto poi da maturare il progetto di diffonderne la conoscenza e la passione (più che devozione) tramite il web. Teniamo conto che internet incominciava all’inizio del nuovo millennio a prendere spazio nella vita quotidiana delle persone. Lui ha saputo cogliere genialmente le potenzialità. Oggi si parla sempre più dei pericoli del web, specie per la gioventù. Lui invece ne ha sfruttato l’universalità, la velocità, l’immediatezza e la versatilità della diffusione.

Carlo Acutis ha svolto un lavoro meticoloso…

Si, faceva viaggi con i genitori nei vari luoghi in cui sono avvenuti i miracoli, per raccogliere materiali di qualità, storicamente e scientificamente corretti. Ha voluto infatti divulgare questi avvenimenti eccezionali, eseguendo un lavoro meticoloso. Questo ragazzo ha investito le proprie estati per realizzare il suo sogno: fare amare l’Eucarestia. E i frutti si sono raccolti presto. La signora Salzani, sua madre, testimonia di aver ricevuto innumerevoli lettere e messaggi in cui persone provenienti da varie parti del mondo sono state arricchite da quanto appreso dalla mostra, di più, ci sono stati cambiamenti nelle loro vite, rinnovamento nella fede, guarigioni spirituali e perfino guarigioni fisiche.

Cosa affascina di questo giovane beato?

Carlo Acutis è davvero un artista, perché in pochi anni, è deceduto all’età di 15 anni per una leucemia fulminante, ha saputo fare della sua vita un capolavoro -come invitava papa Giovanni Paolo II alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia-. E’ riuscito a farlo anzitutto attraverso la preghiera. Un ragazzino che recita il rosario tutti i giorni, perché convinto -con un po’ di simpatia- che «Maria è l’unica donna della sua vita». Un ragazzo che sosta concentrato presso il Santissimo e a Lui confida e affida ogni cosa. Da questo incontro prende poi corpo la sua quotidianità. Lo stile amabile, dal cuore grande, con cui sta a scuola con compagni e amici, rimanendo coerente nel suo cammino cristiano, è una luce per tutti.

Un ragazzo umile…

Ciò che più mi ha commosso di questo ragazzo è il servizio nascosto, sommerso, silenzioso che è stato rivelato il giorno del suo funerale. Sua madre è rimasta stupita per la quantità di persone presenti alla cerimonia. Gente di tutti gli ambiti in cui Carlo si è speso, che ha voluto stargli vicino anche in quel momento per esprimere la propria gratitudine, la propria gioia di aver incontrato un testimone bello e grande di Cristo, oggi. In quella folla, però, ecco avvicinarsi alla madre per esprimere le condoglianze anche barboni. Loro quel giorno non potevano indossare il vestito elegante, perché non l’avevano, ma ogni notte dormivano nel sacco a pelo che Carlo aveva acquistato per loro con i soldi risparmiati. Rinunciava a vestiti e scarpe per sé, per darne a chi le aveva troppo logore e inutilizzabili. Accantonava del cibo dalla propria tavola, per portarlo a chi rovistava nel cestino in cerca di un rimasuglio.

… e libero!

Sono una mamma e insegno a scuola, osservo i nostri ragazzi. Si lasciano affascinare dai personaggi che trovano nel telefonino e desiderano seguirne le mosse e le fattezze.

Quando ottengono qualcosa di nuovo, stanno già smanettando nei siti alla ricerca dell’ultima trovata apparsa sui social. Carlo sconvolge per la sua libertà da ogni condizionamento e stravolge questa mentalità. Si accontenta, anzi è felice, di quel che ha, gli basta e condivide la propria ricchezza, interiore anzitutto, e materiale. Interiore perché dona con tenerezza, facendosi vicino con una parola buona, un gesto di cura. Un ragazzo allegro, attivo, vivace. Lo si intuisce dalle sue foto nel web, basta inserire il suo nome e si scopre un mondo. Un bel mondo!

La mostra sarà visitabile liberamente tutti i giorni dalle 9 alle 16.30 presso la Chiesa di San Giovanni a Mendrisio, dal 17 novembre all’8 dicembre 2024

È composta da pannelli, ciascuno dei quali rappresenta con foto e testi un avvenimento storico in cui si è verificato un miracolo eucaristico riconosciuto dalla Chiesa (vi sono ad esempio accenni alle perizie scientifiche).