AI: l’intelligenza artificiale tra opportunità e rischi
Nel corso degli ultimi cinque anni si è fortemente sviluppata l’intelligenza artificiale (AI). La disciplina non è nuova: il sogno di macchine intelligenti accompagna la storia dell’informatica fino dai suoi albori, e già tra gli anni anni ‘70 ed ‘80 del secolo scorso c’è stato un periodo di grande fioritura, anche se, col senno di poi, le innovazioni promesse al tempo non erano facilmente realizzabili. Oggi, invece, quella che era una branca un po’ “cenerentola” all’interno dell’informatica, ha prodotto una sorprendente mole di applicazioni in seguito ad una serie di innovazioni tecnologiche, all’aumento della capacità di calcolo ed alla creazione di enormi archivi di dati da utilizzare per il suo addestramento. Non credo di sbagliare dicendo che ha superato tutte le aspettative. Nel campo della voce, del linguaggio e della visione, già gli attuali modelli AI hanno risultati fino a pochi anni fa semplicemente impensabili.
Non si tratta tuttavia di intelligenza in senso stretto, ma di una serie di applicazioni che, addestrate su grandissime quantità di esempi, sono tuttavia in grado di svolgere compiti che si che si ritenevano di esclusiva pertinenza degli esseri umani. Per questa ragione, in moltissimi campi stanno cambiando le “regole del gioco“. A tutt’oggi esiste una gran mole di lavori umani - penso ad esempio a molte attività impiegatizie - la cui principale ragione d’essere è lo stare nel mezzo tra la complessità del mondo reale e i dati strutturati elaborati da un computer. Buona parte di queste attività sono o saranno sostituibili con applicazioni di intelligenza artificiale. Già oggi, per pochi franchi al mese, chiunque può avere un assistente personale che parla tutte le lingue, che è in grado di generare ed interpretare testo, immagini e video, e rispondere a domande di cultura generale. Oggi poi pensiamo alla sostituzione dell’attuale lavoro umano, ma vi sono sicuramente moltissime applicazioni innovative ancora da scoprire. Queste non sostituiranno l’essere umano in toto, ma ridurranno significativamente la parte più “meccanica” del lavoro – ed allo stesso tempo il numero di persone impiegate per farlo.
Vista la flessibilità di questi sistemi, è in corso un processo di aggiustamento simile a quanto è successo quando il personal computer ha iniziato a diffondersi. Alcuni lavori, un tempo anche molto comuni - pensiamo ad esempio alle legioni di dattilografe degli anni ‘70 - semplicemente non esistono più. Tuttavia, non mi pare che oggi ne sentiamo la mancanza.
Il lato oscuro di queste tecnologie è invece legato alla possibilità di utilizzarle per influenzare il prossimo su scala industriale. Truffatori e “pifferai magici” sono sempre esistiti, ma dovevano scegliere se concentrare i loro sforzi su una persona specifica, oppure sulle grandi masse amorfe rese possibili dai media. Oggi entrambi gli obiettivi possono essere raggiunti allo stesso momento: ad esempio, creando enormi quantità di interventi, fotografie e video personalizzati per influenzare l’opinione pubblica, oppure per truffe ed estorsioni basate su conversazioni (testuali e vocali) apparentemente credibili. La qualità della produzione audio/video delle AI è già oggi molto simile a quella di un professionista, a costi enormemente inferiori, e non farà che migliorare.
In conclusione, sospetto che la diffusione dell’intelligenza artificiale porterà ad una rivoluzione nella nostra vita il cui impatto sarà pari a quella di Internet: oggi nessuno potrebbe vivere senza. Questo processo è in corso su scala globale, e sta producendo impatti importanti nella società – è bene informarsi su quello che esiste, ed anche iniziare a pensare a come ci potrebbe aiutare nella nostra vita di tutti i giorni.