L’oratorio di San Giuseppe a Somazzo - nuovi documenti
Quando il nostro parroco mi chiese se avevo notizie sull’oratorio di San Rocco da pubblicare sul Bollettino parrocchiale, risposi che nell’archivio parrocchiale c’era ben poco, solo notizie frammentarie. Nell’archivio della Diocesi però ho avuto la fortuna di imbattermi nelle note e nei regesti delle visite pastorali dei vescovi di Como nelle nostre terre, pubblicate dal fu archivista e storico della curia luganese don Giuseppe Gallizia. In queste raccolte, oltre a notizie interessanti per san Rocco, ho trovato anche nuove note per San Giuseppe, di seguito riassunte.
Nei nostri archivi abbiamo notizie scritte solo dal 1890, ossia solo a partire dalla costruzione del campanile, ma l’ornamento in stucco sopra l’entrata - opera dell’ artista locale, mastro stuccatore Carlo Moreschi (1702 - 1770?), autore pure delle due edicole per le reliquie poste ai lati dell’altare, porta la data e la scritta seguenti:
1762 VERGINI DESPONSATAE JOSEPH - AD . MDCCLXII
Secondo don Gallizia l’idea e la spinta di erigere un oratorio a Somazzo è nata proprio dai vari presbiteri e sacerdoti della comunità somazzese:
- don Benedetto Spinedi, primo parroco di Genestrerio dal 1573 al 1599,
- don Francesco Spinedi, cappellano a Mendrisio nel 1612, e in modo speciale nella seconda metà del 1600,
- don Giovanni Spinedi – con studi a Milano e pure residente,
- Don Vincenzo Spinedi cappellano a Stabio, che abita nella casa paterna,
- don Carlo Antonio Spinedi cappellano a Rancate,
- don Pietro Antonio Spinedi cappellano della confraternita di Salorino,
- don Lorenzo Spinedi, canonico della colleggiata di Balerna,
- don Giorgio Spinedi vice curato di Cabbio.
Senza dimenticare nel 1702 don Agostino Spinedi cappellano di S. Maria a Mendrisio e Don Giovan Andrea Spinedi parroco di Salorino dal 1758 al 1789.
Nel 1652 la famiglia Spinedi fu Giorgio lascia un terreno detto “all’Orto” per l’ erezione di un Oratorio. Nel 1674 vi è un lascito di 2 scudi d’argento della monaca dell’ ordine delle Orsoline Margherita Spinedi fu Giorgio per continuare la costruzione della chiesa iniziata da tempo. Nel 1686 i fratelli Pietro e Giovanni Spinedi, quest’ultimo detto il Reseghetto, figli del fu Andrea, procedendo alla divisione dei beni, lasciano una parte di terreno confinante con la chiesa in costruzione da adibire a “cortile” (sagrato). Vi sono poi dei legati, come quello testamentario del 1688, di don Francesco Spinedi che lascia 400 Lire per tante Messe da celebrare nel nuovo Oratorio in costruzione e quello del 1714 di Lire 200 da parte di don Giorgio Spinedi.
Nel 1790 don Giovan Andrea Spinedi, parroco di Salorino, lasciò per testamento 2 terreni al patriziato di Salorino con l’obbligo perpetuo di far celebrare nell’Oratorio di Somazzo tre sante messe: due in memoria del nonno Giorgio e una in memoria del padre Domenico, oltre a versare all’oratorio lire 1,50 annue per consumo cera (ancora oggi il patriziato versa annualmente fr 1,10 all’oratorio…)
Può sembrar strano che tutte le persone citate portino il cognome Spinedi ma non ci si deve meravigliare perché nello Status Animarum (censimento del 1645-1671) si trova che a Somazzo vi erano circa 110 persone divise in 11 famiglie, di cui 9 famiglie con 97 componenti erano Spinedi; le altre due famiglie erano entrambe Moreschi.
Nel 1720 l’oratorio è terminato e la comunità somazzese, con il proprio parroco don Gaetano Lezzano, invia una petizione al Vicario Generale della Curia di Como, da cui dipende:
“Reverendissimo Signore,
Gli uomini di Somazzo sotto la cura di Salorino umilmente supplicano alla Vostra Signoria Reverendissima concedere la licenza di benedire la nuova chiesa ossia l’Oratorio dedicato alla “Sposalizio di Maria Vergine con San Giuseppe” ormai terminato, con facoltà un domani di potervi celebrare la Santa Messa.”
La licenza è concessa: la data prevista è la domenica 23 gennaio 1723. - Firmato D. Monsignor G. Durinus – Vicari Generali
Nota del parroco di Salorino don Gaetano Lezzano:
“Faccio memoria ai miei successori come nell’anno 1723 il 23 gennaio fu solennemente benedetta la nuova chiesa di Somazzo, dedicata allo Sposalizio di Maria Vergine con San Giuseppe, dal M R Cancelliere Episcopale Rev. Paulus Horatius Schenardus, con la presenza del Vicario Foraneo R. Arciprete di Balerna don Giacomo Torriani, con l’intervento di dieci sacerdoti e di tutto il popolo di Somazzo e Salorino ben invitto e disposto a santificare questo giorno ogni anno in onore della Vergine e San Giuseppe”.
Visite pastorali
1723 - Agosto – Visitatore apostolico, a nome di S.E.M. Vescovo Giuseppe Olgiati, è il vicario generale M.R, don Giovanni Durini il quale rileva che l’Oratorio appena costruito sotto il titolo dello “Sposalizio di Maria” manca di tutto a causa della sua povertà e quando si vuol celebrare si porta ogni cosa dalla chiesa parrocchiale, e quindi si esortano gli abitanti del luogo a provvedere alle cose più necessarie a tale scopo.
1741 - Visita di SE. M. Vescovo Paolo Cernuschi. Ordini e Decreti speciali emessi :
“La Chiesetta è in ordine, pulizia una volta alla settimana, il pavimento è di mattoni, le pareti sono lisce con ornamenti di stucco, l’altare quadrato con 2 gradini, sopra la mensa il Crocifisso con 4 candelabri in legno inargentato, e un’Icona con lo “Sposalizio della Vergine”, in coro un armadio con 2 paramenti completi, un messale e calice, esiste un confessionale aperto. Non v’é campanile, vi è una sola campana attaccata a una trave del tetto sul davanti. S Messe d’obbligo circa 15 all’anno.”
Indulgenza plenaria. Leggiamo dagli atti di S.E. M. Cernuschi:
“La devozione a San Giuseppe è tanto ai popoli proficua che abbiamo intenzione di particolarmente raccomandarla a questo popolo, che avendo la “Buona sorte” dell’ oratorio al medesimo dedicato devono corrispondere con intensa divozione al santo e al mantenimento dell’Oratorio, esortiamo il popolo che ogni volta concorre alla visita del Santo in quest’oratorio e reciti 7 Ave Maria in memoria ai rispettivi sette dolori e sette allegrezze tanto di Maria Vergine che di San Giuseppe come pure recitare le litanie della Beata Vergine, onde ottenere l’Indulgenza plenaria. Diciamo parimente che quanto detto e con le litanie solennemente cantate nel giorno della festa dell’Oratorio dovranno essere mantenute anche in avvenire onde beneficiare dell’ Indulgenza.”
Nota: in paese vive l’anziano don Agostino Spinedi, che avrà facoltà di celebrare nei giorni feriali la S Messa e alla sera la corona del Rosario, accompagnato ora dall’uno ora dall’altro dei parrocchiani presenti.
1762 - Visita di SE M. Giuseppe Albrizzi-Pellegrini
“Si è fatta la nuova porta dell’Oratorio come d’accordo col il vostro curato, si è messo il novo “vestero” (armadio) in sacrestia da poco terminata. Viene concesso ai fratelli Marazzi la permissione in accordo col curato don G. Andrea Spinedi di fare la muraglia con porta di cinta del loro orto ossia in logo Canavale in linea con la cantonata del muro dell’Oratorio, a patto però che detti Marazzi siano obbligati a dare una chiave del cancello all’Oratorio”
1846 - Ultima visita pastorale dei vescovi di Como di S.E.M Carlo Romanò
“Oratorio in buono stato, si ha intenzione di aggiungere il campanile, conforme alle regole. Si mettano i cancelletti alla balaustra, si cambi la tela alla pietra sacra, al confessionale manca la formula dell’assoluzione e si cambi la tendina, al messale si aggiunga il compendio con le messe dei nuovi santi.”
Luigi Del Bosco - archivista