Il pane di San Zeno
Sulla lunetta che sovrasta il portone d’entrata della nostra chiesa vi é una epigrafe latina che dice pressappoco cosi:
Questo tempio è a Te consacrato, difendilo o Zeno e conserva incolume dal nemico, la fede di questo Tuo popolo fedele….
1969 – San Zeno – Don Carlo benedice il pane.
Dunque per chi non lo sapesse, la nostra parrocchiale è dedicata a San Zeno o Zenone, un santo dei meno conosciuti e poco popolare almeno nel Ticino, visto l’esiguo numero delle chiese o oratori che gli sono dedicati.
San Zeno o Zenone, africano d’origine, fu vescovo di Verona e visse nel periodo di tempo che si può stabilire tra il 356 e il 380 dopo Cristo, come dire, in un epoca in cui il Cristianesimo da noi stava mettendo le sue radici.
La Sua festa sul calendario è fissata il 12 aprile, giorno del suo martirologio mentre a Verona sua città, si festeggia il 21 maggio, giorno della traslazione delle sue spoglie nella bella cattedrale Romanica a lui consacrata. Da noi a Salorino, per decreto vescovile, a motivo della lontananza da casa degli uomini emigranti per lavoro, la festa si celebra la seconda domenica di dicembre, ossia la domenica che segue l’Immacolata, eccezionalmente la terza domenica, come sarà quest’anno dove la seconda di dicembre cadrà in domenica 8 e festa dell’Immacolata.
Ma torniamo al nostro Santo; il suo culto è assai antico come pure antichissima è la consuetudine di distribuire il “pane benedetto” nel giorno della sua festa. Infatti il primo documento che accenna al fatto del “pane” è del 1325, ed è una pergamena del nostro archivio parrocchiale che ci ricorda il legato testamentario di certi Andrea Berlacio e Cernobio figli di Octobono de Fusiana (famiglia nobile di stirpe Ligure) dove si stabilisce che i due nobili salorinesi lasciano piu’ terreni in perpetuo, alla comune di Salorino il cui reddito serve alla distribuzione del pane: “Inter vicinos de Selorino ad festam Ecclesiam Sancti Zenonis”, e cioè tra i vicini, uomini e donne di Salorino nel giorno in cui la chiesa celebra la sua Festa.
Anno 1325 Pergamena/Testamento – “Legato del Pane” di Andrea Berlacio e Cernobio fu Octobono de Fusiana - particolare
Ed è prescritto che il pane sia quello di “mistura” ossia fatto di granoturco e frumento e quel pane portato davanti all’altare sia benedetto per diritto dall’insigne arciprete della collegiata di Balerna o da un suo canonico espressamente inviato in quanto a quel tempo la nostra chiesa apparteneva all’antica Pieve di Balerna, chiesa madre… (fino al 1601 anno in cui la nostra chiesa divenne Parrocchiale indipendente).
Col tempo, il reddito del legato antico non bastò più a coprire i costi della distribuzione gratuita del pane; i paesani salorinesi non vollero però perdere quella tradizione consolidata dai tempi antichi e, nel diciottesimo secolo essendo il loro bestiame stato risparmiato da una grave pestilenza (peste bovina) grazie alle preghiere rivolte al loro Patrono, fecero voto solenne di donare una pagnotta di mistura per ogni capo di bestiame grosso posseduto, da distribuire ogni anno nella festa del Santo, ai poveri e a tutti i presenti, forestieri compresi.
Arriviamo al 1900. I paesani diminuiscono e con essi pure il bestiame, ma la tradizione del “pane benedetto” rimane e viene istituita “la colletta del pane”. In ogni contrada del comune, Salorino Somazzo e Cragno, viene nominato l’incaricato, portatore della bussola, che passerà di casa in casa per ritirare o ricevere l’offerta chiamata “l’elemosina del pane” come si può leggere sui registri parrocchiali del 1913:
Per la solita distribuzione del pane, e la raccolta delle offerte restano incaricati Salorino, sacrestano Ponti Leopoldo – Somazzo, l’usciere Spinedi Cesare e Cragno come soliti Cremonini C.. Agli stessi verrà corrisposto un indennizzo di fr 2.-.
1914: - Come nel 1913, con variante Somazzo Spinedi Paolo, e indennizzo una pagnotta di pane intera.
1915: - Come gli altri anni, per l’offerta del pane restano incaricati gli amministratori di ogni contrada, coadiuvati dal Segretario del Consiglio Parrocchiale.
1916: - Per la colletta del pane, i soliti incaricati all’ordine dell’usciere comunale Spinedi Cesare.
Come si vede, si rinnova di anno in anno con lo stesso rito e l’antico prestigio questa tradizione amata dal popolo e la seconda domenica di dicembre viene distribuito il pane, quotidiano alimento che sa aprire i cuori alla speranza.
Ma passa altro tempo, siamo ai nostri giorni e non è più la comunità che offre il pane da distribuire gratuitamente, ma è il Consiglio parrocchiale che si incarica della comanda del pane da benedire. Sono ora i fedeli che, al momento della distribuzione o del ritiro del pane possono offrire un obolo volontario.
Note - Personali, Archivio parrocchiale, e da tradizioni MM.
L. del Bosco 2018